venerdì 16 maggio 2025

La Società Postmoderna tra Vanità e Consumismo

ARTICOLO DI EUGENIO FLAJANI GALLI ESTRATTO DA POLITICAMENTE CORRETTO

Estratto molto interessante dall’introduzione al libro umoristico “La Fama e la Ricchezza – Una raccolta di racconti satirico-grotteschi sulla società odierna e i suoi valori (?)” di Eugenio Flajani Galli. L’autore, psicologo e scrittore abruzzese, partendo dall’opera di autori quali Bauman e Pasolini, effettua un’approfondita analisi psico-sociologica della società odierna, delineandone dettagliatamente sia le caratteristiche sia le differenze con quella dei nostri nonni e genitori. Un’analisi, questa, che dà modo al lettore di riflettere sulla propria condizione umana e su quella della società che lo circonda, (fin) troppo caratterizzata dall’edonismo e dal culto dell’apparenza.

La società postmoderna in cui oggi viviamo è la stessa “società liquida” teorizzata da Zygmut Bauman (1925-2017), il quale la chiamò così per contrapporla alla cosiddetta “società solida” del passato, che oggi appare sempre più come un lontano ricordo. Se da un lato la società solida è – o meglio, era – caratterizzata da fondamenta stabili come quelle fornite da sistemi etici e valoriali (ad esempio quelli legati alla religione o alla famiglia), nonchè dalla presenza tangibile delle istituzioni, dall’altro la società liquida – fortemente individualista, pragmatica e nichilista – crea una frattura con il passato, ponendosi in completa e totale antitesi alla società solida. Fragile, instabile e senza chiari punti di riferimento, la società liquida si spinge verso l’ignoto tentando di sostituire quelli che erano i riferimenti della società solida con fantocci rappresentati dall’incarnazione dell’edonismo e del materialismo, riscontrabili, più nello specifico, in fenomeni sociali oramai dilaganti quali il consumismo, l’esibizionismo, il conformismo e via dicendo. Da notare che questa visione della società, ben espressa dal pensiero di Bauman, era già stata teorizzata in Italia, allorchè Pasolini criticò la società consumistica – da egli definita “società dei consumi” – che si andava affermando quale risvolto della medaglia del boom economico degli anni ’60, il cui prepotente consumismo aveva portato con sè lo smantellamento della società contadina paleoindustriale e del suo sistema di credenze e di valori. Non a caso, Pasolini – partendo dal presupposto che il fascismo è la prepotenza del potere – parlò di “nuovo fascismo” esercitato dalla società dei consumi, che per mezzo dell’edonismo ci spinge prepotentemente al consumo più sfrenato. E non solo, la società dei consumi si è altresì macchiata di un vero e proprio “genocidio culturale” facendo scomparire la società contadina e, con essa, la cosiddetta “età del pane”, che ignorava il consumismo dal momento che concepiva i soli beni e bisogni primari. Tale genocidio culturale si è realizzato in concomitanza con l’avvento della “rivoluzione borghese”, mediante una “assimilazione al modo e alla qualità della vita della borghesia”, con conseguente messa all’indice di modelli di vita che differiscono da quello borghese, totalmente omologato. Il tratto più distintivo di tale processo di omologazione è proprio la concezione edonistica della vita, incentrata sulla necessità di soddisfare dei piaceri immediati – spesso e volentieri ravvisabili nel consumismo – come sono d’altronde gli stessi piaceri conosciuti dalla società dei consumi. Ora, non ci vuole molto per capire che il concetto di società solida di Bauman è sovrapponibile a quello della società contadina e dell’età del pane di Pasolini, così come il costrutto di società liquida è sovrapponibile a quello della società dei consumi, che è poi lo stesso scenario in cui si muovono i protagonisti del presente libro. Essi non sono altro che il prodotto della società in cui vivono, la stessa in cui viviamo anche noi, e di fatto la loro vita è quasi sempre insoddisfacente. D’altra parte non potrebbe essere altrimenti se consideriamo che l’abitante della destrutturata società liquida, senza alcuna valida guida nè riferimento chiaro, sceglie semplicemente di seguire “ciò che fa stare bene”, il che vuol dire tutto e niente. Soprattutto, data la superficialità allo stesso modo imperante nella società odierna, non ci si pone il dubbio che magari ogni cosa possa avere sia lati positivi sia altri negativi. E che tante cose che fanno stare bene a breve termine, poi fanno stare male a lungo termine. I vizi, le droghe, i rapporti effimeri, la leva finanziaria, i warrant….Ma l’edonismo più sfrenato è una sirena a cui è difficile resistere, in particolare se gli eccessi vengono considerati la normalità, e la normalità – quella vera – un male da evitare. Quale persona cerca oggi di essere, utilizzando un inglesismo, average, ovvero nella media e come tutte le altre, dunque in linea con i suoi simili? Anzi, l’individualismo all’ennesima potenza che caratterizza le personalità degli uomini postmoderni viventi nella società liquida e dei consumi porta inevitabilmente alla spregiudicatezza e all’arrivismo, a voler cioè imporsi a ogni costo sul prossimo. A farcela a scapito degli altri. A sfruttare gli altri pur di farcela. A mettere se stessi al centro del mondo, come bambini viziati che badano solo ed esclusivamente alle proprie esigenze. E tutto ciò viene considerato a suo modo un valore, un motivo di orgoglio e di vanto. Non a caso, tutte le persone che “ce l’hanno fatta” – o che semplicemente vogliono far credere di avercela fatta – si esibiscono sia online sia offline inneggiando alla bella vita e ai beni materiali. D’altra parte, in una società in cui è credenza dominante che l’anima muoia con il corpo, va da sè che si voglia vivere nel presente e dare sfogo a qualsivoglia sete di piacere che distrae e culla il bambino(ne) di qualsiasi età impegnato a trastullarsi e a godersi la vita. In un quadro di questo genere, quali possono, dunque, essere i fantocci che ricercano gli abitanti della società liquida? Soldi, rispetto, prestigio, visibilità, notorietà, successo…in poche parole la fama e la ricchezza. Mettiamo caso che l’uomo di oggi si trovasse al posto di Gesù nell’episodio del vangelo in cui, salito su un’altura (io mi immagino proprio il Tibidabo, cioè il monte che sovrasta Barcellona e che prende nome da questo passo del vangelo) e al cospetto del diavolo, questi gli disse che: “Haec omnia tibi dabo, si cadens adoraveris me”, cioè “Ti darò tutte queste cose, se gettandoti al mio cospetto mi adorerai”. Ebbene, l’uomo di oggi si venderebbe al diavolo anche per molto meno, come d’altronde accade nel presente libro. Per raggiungere le tante agognate fama e ricchezza, ingredienti fondamentali dell’edonistica formula della felicità terrena, si seguono – anche letteralmente, sui social – quelle personalità che nella vita “ce l’hanno fatta” (o almeno questo è quanto fanno credere), cioè vip, influencer e celebrità varie. Si guardano, si emulano, si invidiano queste figure archetipiche, che non sono altro che l’espressione paradigmatica dei principi di vanità ed edonismo declinati all’interno del tessuto sociale odierno. Di conseguenza non è un caso se ci si spinge fino a voler diventare come loro, nonostante le percentuali di riuscirci siano minime – e anche questi fenomeni di influenza sociale sono ampiamente illustrati nel presente libro – e senza nemmeno considerare il fatto che il mondo patinato dei social, dei tabloid e del piccolo schermo è spesso falsato, esagerato e comunque effimero. Perchè non è detto che la fama e la ricchezza, laddove anche si dovessero raggiungere, possano durare per sempre (come per esempio capita alla protagonista del racconto iniziale). Ciononostante, l’abitante della società liquida cerca in ogni modo e a qualsiasi costo di raggiungere questi traguardi, considerati essenziali nella vita e pertanto non negoziabili, essendo disposto a tutto pur di farcela: dallo sfruttare e ingannare gli altri – tanto che senso hanno le altre persone nell’ambito dell’individualismo che caratterizza la società liquida se non quello di essere utilizzate per raggiungere i propri scopi? – all’arrivare a patti col diavolo. Queste sono tutte cose che faranno i protagonisti del presente libro, soggetti grotteschi ma allo stesso tempo molto umani, che fanno da vero e proprio specchio a quella che è la società degli uomini e delle donne di oggi. Ragionano allo stesso modo, si comportano alla stessa maniera, utilizzano il loro stesso linguaggio. Ecco perchè è anche facile poterci empatizzare, considerato tra l’altro che tale loro disincantata umanità li spinge al soddisfacimento di quelli che altro non sono se non i meri bisogni odierni (dei bisogni pop, potremmo definirli). In altre parole essi cercano in tutti i modi di arricchirsi e di raggiungere la notorietà, o quantomeno di dimostrare qualcosa, magari in primo luogo proprio a se stessi. Ed essendo altresì tenuti in ostaggio dalla società dell’edonismo e dell’apparenza – la società liquida teorizzata da Bauman e quella dei consumi descritta da Pasolini – ma allo stesso modo affetti da una sorta di sindrome di Stoccolma di massa, fanno il gioco della stessa società che è causa dei loro stessi mali, poichè anzichè metterla in dubbio e combatterla, la accettano acriticamente conformandosi ad essa in tutto e per tutto. E a proposito della società, è bene sottolineare che anche la politica e le istituzioni sono complici dello stato di malessere in cui versa la società odierna, poichè di fatto non fanno nulla per cambiarla o quantomeno per migliorarla. D’altra parte sono gli stessi politici – che non a caso vengono spesso presi di mira in questo libro – i primi a cui fa comodo che l’uomo odierno viva nella società liquida e sia ridotto ad essere superficiale e pragmatico, semplice burattino nelle loro mani, facile preda dell’influenza esercitata dal populismo. Un cittadino di questo genere si può tenere a bada anche semplicemente offrendogli panem et circenses, come facevano già i romani per distrarre e tenere occupato il popolo, cioè dandogli da mangiare e offrendogli spettacoli. Ma tra tanti spettacoli che di spettacolare hanno solo il potere di far rizzare i capelli (vedasi ad esempio il Grande Fratello o le challenge di TikTok), scegliamo almeno qualche intrattenimento sano e che faccia riflettere come la lettura, meglio se riesce anche a coniugare l’aspetto istruttivo-culturale con quello ludico-ricreativo. Il presente libro è infatti appositamente pensato per coniugare entrambi questi aspetti, l’apollineo con il dionisiaco, come direbbe Nietzsche. Non solo permette di apprendere molte cose da eterogenei ambiti dello scibile – che spaziano dalla filosofia alla legge, dalla psicologia alla finanza, dall’arte alla letteratura, e così via – ma fa anche riflettere su quella che è la società odierna, e allo stesso tempo…regala tante belle risate!

© Dott. Eugenio Flajani Galli

https://psicologogiulianova.wixsite.com/info

http://facebook.com/psicologogiulianova

La Fama e la Ricchezza” di Eugenio Flajani Galli è disponibile su Amazon, Google Play/Google Books e tanti altri store 📖